Beata Maria Degli
Angeli
memoria liturgica: 16 dicembre
virtù: spirito di obbedienza e penitenza
Marianna fin da
bambina presenta un animo sensibile ai valori religiosi e cristiani e secondo
le usanze del tempo viene educata da un precettore che vive in famiglia;
formazione questa impartita a tutte le ragazze della sua condizione sociale. Ella
stessa nella sua autobiografia, scritta per ordine dei superiori , descrive di aver trascorso un’infanzia
serena, circondata sempre dall’affetto di tutti , e nei suoi ricordi c’è una
delle domestiche di casa che amava leggere ai bambini le vite dei santi , tanto che Marianna e il
fratello desiderosi di imitarli scelsero di seguire l’esempio di una santa e
così si prepararono una taschetta con del pane e una piccolissima botte di
vino, per andare a far penitenza nel deserto, certi che poi lì, avrebbe
provveduto il Signore! Alla sera
osservarono con attenzione dove veniva riposta la chiave di casa per
poter scappare , ma il mattino dopo, si accorsero di essersi addormentati e
quando la domestica andò a svegliarli, fu talmente enorme la delusione che
furono presi da un interrotto e inconsolabile pianto, fino a quando trovati in
possesso della piccola bisaccia furono costretti a dare le dovute spiegazioni…,
solo dopo vari silenzi per timore delle << staffilate>> Marianna decise di spiegare il tutto.
L’episodio analogamente si accosta molto alla vicenda
riportata nel libro della vita di Teresa
D’Avila - bambina, dove riporta alla memoria l’intenzione di scappare di casa con il fratello Rodrigo
per andare a morire martiri nella terra dei mori per Cristo.
Un giorno
Marianna trova in solaio un Crocifisso
senza braccia e ne rimane turbata, a tal punto da gettar via la sua bambola ,
decisa a consolare il
Cristo sofferente.
Nel 1668 il papà
muore e Marianna come Teresa si trova ad affrontare la terribile esperienza del
lutto , unita alla terribile prova della malattia , infatti non ha compiuto
nemmeno 8 anni e si trova in imminente pericolo di vita, così tra un via vai di
parenti e amici preoccupati per la sorte della bambina si avvicina alla mamma un religioso
francescano, il quale la esorta a ravvivare la fede nell’Immacolata Concezione
e a invocare la grazia facendo ingoiare alla piccola un bigliettino detto della
Concezione; e fu così che quasi immediatamente Marianna che era assopita e non più in se , trovò la
forza di proferire le parole : - Maria aiutatemi!. E lei stessa poi racconterà che la Madonna in
una visione si fa vedere innanzi al
Signore a intercedere per lei, e che il Signore
facendole vedere quanto poi le sarebbe stata ingrata, non voleva farle
la grazia, ma che alla fine sotto le continue suppliche della Madonna riuscì ad ottenerla, e così miracolosamente
appena svanita la visione ritrovò fra la meraviglia dei presenti la completa
guarigione. Intanto le sofferenze interiori restano e raggiunti i quattordici anni , il fratello
Giovanni Battista riceve dalla
mamma,l’intera amministrazione del patrimonio familiare e chiede alla sorella
di occuparsi della direzione della
casa. Mansione questa che la renderà più matura e responsabile malgrado la
giovane età.
Nel frattempo le visioni di Cristo sofferente la inducono a
coltivare il desiderio di vivere interamente per lui. Il parroco della vicina chiesa di
San Rocco, don Malliano incoraggia la ragazza a seguire questi suoi sentimenti
; Marianna confida alla mamma la sua intenzione di volersi consacrare alla vita
religiosa, e ne rimane profondamente addolorata perché la mamma le propone un buon matrimonio. Ma
per le continue insistenze della figlia,
la contessa accoglie per rassegnazione la sua vocazione religiosa, avviando in
tempo le trattative per l’accettazione in monastero con le Cistercensi di
Saluzzo,e vi entra come educanda nel 1673, dove è già monaca un’altra
figlia, Clara Cecilia, e vi resterà per un anno e mezzo. Intanto Marianna ritornata in famiglia si reca a Torino
per l’ostensione della S. Sindone dove viene notata per la sua compostezza da
un anziano padre carmelitano P. Francesco Antonio di S. Andrea che cerca con un
pretesto di avvicinare la giovane e le
racconta della vita monastica del Carmelo di S.
Cristina descrivendo di come andavano vestite, e spiegandole lo spirito e la
Regola del Carmelo. Marianna ne restò turbata e lei stessa racconta –
<<Mentre si andava raccontando
della sua osservanza, mi sentivo andar crescendo il desiderio: in quel punto venne
uno scroscio di pioggia: questo buon Religioso mi pose la sua cappa su la
testa. Oh Dio! Che effetto mi fece nel mio interno questa cappa : mi pareva
d’esser sotto il manto della SS. Vergine. La supplicai che mi volesse accettare
per sua figlia, che non mi negasse questa grazia>>.
Marianna piena di gioia,scrive
alle monache di Saluzzo rendendole informate della sua decisione di essere
Carmelitana e ringraziandole si firma – Sor Maria, Carmelitana indegna - . Così
rivela in famiglia la sua intenzione di essere Carmelitana, e lo grida con così
tanta felicità , che nello sguardo incredulo della mamma , si scatena una
tempesta! Eppure con la sua tenacia e
fermezza riesce a convincere la mamma ,la quale la conduce al monastero di
Santa Cristina e fingendosi rassegnata farà di tutto per convincere le monache
a non accogliere la figliola.
Infatti per i capricci della
contessa , sulle mille difficoltà per la
dote , Marianna che nel frattempo è in campagna per divagarsi viene a sapere da
un servitore che le monache non vogliono accettarla e così ostinandosi a non mangiare smuove la
coscienza del fratello, che impietosito per la situazione non voleva vedere più
la sorella consumarsi in quel modo, e quando la Priora manda a chiamare la
contessa Tana,trovano finalmente un accordo, ma nonostante tutto il 14 ottobre
1676 quando Marianna viene presentata alla comunità, la mamma cercò altri
pretesti per la dote; e non appena si presentò l’incontro tanto atteso , fu
talmente grande la gioia, che le monache furono ben contente di accogliere
Marianna con loro. Il 19 Novembre 1676, a soli 16 anni Marianna lascia la sua
famiglia in lacrime per entrare tra le Carmelitane Scalze di S. Cristina
prendendo il nome religioso di Suor Maria degli Angeli.
Ricevuta la grande gioia della
vestizione, la vita in convento si rivela alquanto difficile e insopportabile,
le tentazioni del Diavolo rendono più inquietudini che gioie, e la beata Suor
Maria degli Angeli inizierà a vivere i suoi primi mesi affliggendosi fra lotte
interne, aridità nella preghiera e forti avversioni verso le monache e alla sua
Maestra. Tanto che i ricordi della sua vita in famiglia con i suoi agi e
tenerezze rendono assai più difficili la sua vita monacale e la rendono sempre
più consapevole di aver offeso Dio con
la sua ingratitudine. La Maestra che nel frattempo osservava il disagio della sua
novizia restava in silenzio,anche se fu tentata di raccontare tutto alla Priora
per le insistenze della contessa che arrecava ancora più confusione alla già
disperata novizia,e sarà la stessa beata che scriverà tempo dopo, che in quella
circostanza se avesse superato la sua reticenza nel confidarsi con la Maestra ,
sicuramente il Demonio non l’ avrebbe
più infastidita , ma era talmente tanta la paura che le monache la rimandassero
a casa ,che preferì tacere e conclude dicendo: - << Dio permise che mia Maestra mi amava tanto che copriva li miei
mancamenti>>. Non li copriva
ma sapeva aspettare. E in un intimo colloquio con il Signore ella stessa nella
sua difficoltà supplica di essere aiutata e si sentì rispondere: << Figlia,questo è un castigo delle tue infedeltà, ma spera in me
che sono misericordioso>>. Finalmente Marianna emetterà la professione religiosa il
26 dicembre 1677, e saranno questi per lei anni di prove interiori e di forti e
straordinarie esperienze mistiche. Sr. Maria degli angeli raggiunto un elevato
equilibrio interiore,riceve dalla S. Sede la dispensa per via della sua giovane
età e a soli trent’anni viene eletta
Priora nel 1694. Singolare e forse non
troppo, è l’accostamento devozionale che Sr. Maria come S. Teresa di Gesù
riversa verso S. Giuseppe ( come non ricordare le 11 fondazioni a lui dedicate
dalla Santa).Si racconta che Torino in quegli anni fu tormentata dall’ombra
della guerra, per via che la Germania, la Spagna, la Francia, e la Savoia erano
in combattimento; e Sr. Maria intenta a chiedere al Signore la via per la pace,
dopo lunghi anni di preghiere, il Signore le fece intendere che se Torino
avesse preso S. Giuseppe come Patrono sarebbe ritornata la pace; infatti nella
chiesa di S. Cristina si fece un triduo per il Santo e di lì a poco il 7
ottobre 1669 si ebbe la pace di Vigevano e da allora si è poi festeggiato in
tutto lo stato sabaudo il Patrocinio di S. Giuseppe, nella terza domenica dopo
Pasqua. Purtroppo nel maggio 1706 la Francia assediò fortemente Torino e si
racconta che secolari e religiosi si allontanarono dalla città , ma Sr. Maria rassicurata
dalle visioni della Madonna, esorta le monache alla preghiera perché per la
festa di Maria Bambina, Torino avrebbe riacquistato la libertà,infatti la vittoria c’è stata il 7 settembre 1706, e
ancora si ricorda la frase ripetuta dal Valfrè : “Alla bambina vinceremo. La
Bambina sarà la nostra liberazione. Ormai le grazie mistiche di Sr. Maria sono
ben conosciute da tutta l’aristocrazia del tempo, e spesso le dame di Corte si
uniscono in preghiera con le monache, protese più alla curiosità di vedere le
sue estasi che nell’intenzione apostolica. Sr. Maria diventata oggetto di
intercessione e di interesse da parte di personaggi illustri anche del clero,
decise di fondare un nuovo Carmelo che
potesse accogliere le giovani che per mancanza di posto non potevano entrare in
convento, così il B. Sebastiano Valfrè le fa sapere che la vedova Sapino di
Moncalieri ha lasciato per testamento la sua casa perché sia adibita a
monastero. Da quel momento il Signore esorta in una visione a Sr. Maria a
scegliere Moncalieri e a intitolare la fondazione a S. Giuseppe. Il 16 settembre 1703 viene
inaugurato il Carmelo di Moncalieri, e partono da S. Cristina tre monache, di
cui prende l’incarico di Priora la madre Maria Vittoria della SS. Annunziata,ma
prende solo il titolo di vicaria perché i Savoia per accertarsi della continua
presenza della Madre convincono i superiori a farla restare lì come la vera
Priora del monastero. L’affetto e la credibilità morale e spirituale offerta e
ricevuta dai Torinesi alla loro “Santa” ha lasciato nelle cronache del tempo
un’attenta descrizione sulla sua salita al cielo, tanto che non appena si
diffuse la notizia,l’intera città popolò il sagrato di S. Cristina e fra le
lacrime diedero l’ultimo sguardo alla monaca Carmelitana morta il 16 dicembre
1717. Nel primo centenario della beatificazione del S. Pontefice Pio IX ( 25
aprile1865) avuta per due miracolose guarigioni da cancro per intercessione
della Santa, il Card. Anastasio Ballestrero – Preposito Generale dell’Ordine
scrive una lettera al Carmelo di Moncalieri definendo la beata Maria degli
angeli un autentica figlia della S. Madre Teresa, capace di superare i dolori
della terribile notte dello spirito in generosa preghiera con Colui che
sembrava nascondersi, ma che pur si rivelava in tutto, al punto che
confessava:<<Il mio buon Gesù, lo trovo dappertutto e non sono mai sazia
di trattenermi con Lui >>.
(KETTY
ocds).
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