B. MARIA DEGLI ANGELI


Beata Maria Degli Angeli
memoria liturgica: 16 dicembre
virtù: spirito di obbedienza e penitenza
 -Sono nata per te , per te è il mio cuore. Dimmi che vuoi da me, dimmi Signore! (S. Teresa D’Avila.)
 La Beata Maria Degli Angeli (Marianna Fontanella) definita anche  la Teresa D’Avila italiana nasce a Torino il 7 gennaio 1661 dal conte Giovanni Donato Fontanella e da Maria Tana (quest’ultima parente di S. Luigi Gonzaga) viene battezzata  nella parrocchia dei SS. Simone e Giuda,  nel giorno 11 gennaio 1661 a Torino. Il 15 agosto 1672 riceve la prima comunione nella chiesa di S. Rocco dal parroco don Malliano, il quale suscita in lei il richiamo alla vita di orazione ;  le insegna come moderarsi nelle penitenze e a come distaccarsi dalle frivolezze mondane.
Marianna fin da bambina presenta un animo sensibile ai valori religiosi e cristiani e secondo le usanze del tempo viene educata da un precettore che vive in famiglia; formazione questa impartita a tutte le ragazze della sua condizione sociale. Ella stessa nella sua autobiografia, scritta per ordine dei superiori  , descrive di aver trascorso un’infanzia serena, circondata sempre dall’affetto di tutti , e nei suoi ricordi c’è una delle domestiche di casa che amava leggere ai bambini  le vite dei santi , tanto che Marianna e il fratello desiderosi di imitarli scelsero di seguire l’esempio di una santa e così si prepararono una taschetta con del pane e una piccolissima botte di vino, per andare a far penitenza nel deserto, certi che poi lì, avrebbe provveduto il Signore! Alla sera  osservarono con attenzione dove veniva riposta la chiave di casa per poter scappare , ma il mattino dopo, si accorsero di essersi addormentati e quando la domestica andò a svegliarli, fu talmente enorme la delusione che furono presi da un interrotto e inconsolabile pianto, fino a quando trovati in possesso della piccola bisaccia furono costretti a dare le dovute spiegazioni…, solo dopo vari silenzi per timore delle << staffilate>>  Marianna decise di spiegare il tutto.
L’episodio   analogamente si accosta molto alla vicenda riportata nel libro della vita di  Teresa D’Avila - bambina, dove riporta alla memoria l’intenzione  di scappare di casa con il fratello Rodrigo per andare a morire martiri nella terra dei mori per Cristo.
Un giorno Marianna  trova in solaio un Crocifisso senza braccia e ne rimane turbata, a tal punto da gettar via la sua bambola , decisa a  consolare  il   Cristo sofferente.
Nel 1668 il papà muore e Marianna come Teresa si trova ad affrontare la terribile esperienza del lutto , unita alla terribile prova della malattia , infatti non ha compiuto nemmeno 8 anni e si trova in imminente pericolo di vita, così tra un via vai di parenti e amici preoccupati per la sorte della bambina  si avvicina alla mamma un religioso francescano, il quale la esorta a ravvivare la fede nell’Immacolata Concezione e a invocare la grazia facendo ingoiare alla piccola un bigliettino detto della Concezione; e fu così che quasi immediatamente Marianna  che era assopita e non più in se , trovò la forza di proferire le parole : - Maria aiutatemi!.  E lei stessa poi racconterà che la Madonna in una visione si fa vedere   innanzi al Signore a intercedere per lei, e che il Signore  facendole vedere quanto poi le sarebbe stata ingrata, non voleva farle la grazia, ma che alla fine sotto le continue suppliche della Madonna  riuscì ad ottenerla, e così miracolosamente appena svanita la visione ritrovò fra la meraviglia dei presenti la completa guarigione. Intanto le sofferenze interiori restano   e raggiunti i quattordici anni , il fratello Giovanni Battista  riceve dalla mamma,l’intera amministrazione del patrimonio familiare e chiede alla sorella di occuparsi della direzione della casa. Mansione questa che la renderà più matura e responsabile malgrado la giovane età.
Nel frattempo  le visioni di Cristo sofferente la inducono a coltivare il desiderio di vivere interamente per lui.   Il parroco della vicina chiesa di San Rocco, don Malliano incoraggia la ragazza a seguire questi suoi sentimenti ; Marianna confida alla mamma la sua intenzione di volersi consacrare alla vita religiosa, e ne rimane profondamente addolorata perché  la mamma le propone un buon matrimonio. Ma per  le continue insistenze della figlia, la contessa accoglie per rassegnazione la sua vocazione religiosa,  avviando in tempo le trattative per l’accettazione in monastero con le Cistercensi di Saluzzo,e vi entra come educanda nel 1673, dove è già monaca un’altra figlia, Clara Cecilia, e vi resterà per un anno e mezzo. Intanto  Marianna ritornata in famiglia si reca a Torino per l’ostensione della S. Sindone dove viene notata per la sua compostezza da un anziano padre carmelitano P. Francesco Antonio di S. Andrea che cerca con un pretesto  di avvicinare la giovane e le racconta della vita monastica del  Carmelo  di  S. Cristina descrivendo di come andavano vestite, e spiegandole lo spirito e la Regola del Carmelo.  Marianna  ne restò turbata e lei stessa racconta – <<Mentre si andava raccontando della sua osservanza, mi sentivo andar crescendo il desiderio: in quel punto venne uno scroscio di pioggia: questo buon Religioso mi pose la sua cappa su la testa. Oh Dio! Che effetto mi fece nel mio interno questa cappa : mi pareva d’esser sotto il manto della SS. Vergine. La supplicai che mi volesse accettare per sua figlia, che non mi negasse questa grazia>>. 
Marianna piena di gioia,scrive alle monache di Saluzzo rendendole informate della sua decisione di essere Carmelitana e ringraziandole  si firma – Sor Maria, Carmelitana indegna - . Così rivela in famiglia la sua intenzione di essere Carmelitana, e lo grida con così tanta felicità , che nello sguardo incredulo della mamma , si scatena una tempesta!  Eppure con la sua tenacia e fermezza riesce a convincere la mamma ,la quale la conduce al monastero di Santa Cristina e fingendosi rassegnata farà di tutto per convincere le monache a non accogliere la figliola. 
Infatti per i capricci della contessa , sulle  mille difficoltà per la dote , Marianna che nel frattempo è in campagna per divagarsi viene a sapere da un servitore che le monache non vogliono accettarla  e così ostinandosi a non mangiare smuove la coscienza del fratello, che impietosito per la situazione non voleva vedere più la sorella consumarsi in quel modo, e quando la Priora manda a chiamare la contessa Tana,trovano finalmente un accordo, ma nonostante tutto il 14 ottobre 1676 quando Marianna viene presentata alla comunità, la mamma cercò altri pretesti per la dote; e non appena si presentò l’incontro tanto atteso , fu talmente grande la gioia, che le monache furono ben contente di accogliere Marianna con loro. Il 19 Novembre 1676, a soli 16 anni Marianna lascia la sua famiglia in lacrime per entrare tra le Carmelitane Scalze di S. Cristina prendendo il nome religioso di Suor Maria degli Angeli.
Ricevuta la grande gioia della vestizione, la vita in convento si rivela alquanto difficile e insopportabile, le tentazioni del Diavolo rendono più inquietudini che gioie, e la beata Suor Maria degli Angeli inizierà a vivere i suoi primi mesi affliggendosi fra lotte interne, aridità nella preghiera e forti avversioni verso le monache e alla sua Maestra. Tanto che i ricordi della sua vita in famiglia con i suoi agi e tenerezze rendono assai più difficili la sua vita monacale e la rendono sempre più consapevole di aver offeso Dio con la sua ingratitudine. La Maestra che nel frattempo osservava il disagio della sua novizia restava in silenzio,anche se fu tentata di raccontare tutto alla Priora per le insistenze della contessa che arrecava ancora più confusione alla già disperata novizia,e sarà la stessa beata che scriverà tempo dopo, che in quella circostanza se avesse superato la sua reticenza nel confidarsi con la Maestra , sicuramente il Demonio non  l’ avrebbe più infastidita , ma era talmente tanta la paura che le monache la rimandassero a casa ,che preferì tacere e conclude dicendo: - << Dio permise che mia Maestra mi amava tanto che copriva li miei mancamenti>>.  Non li copriva ma sapeva aspettare. E in un intimo colloquio con il Signore ella stessa nella sua difficoltà supplica di essere aiutata e si sentì rispondere: << Figlia,questo è un castigo delle tue infedeltà, ma spera in me che sono misericordioso>>. Finalmente  Marianna emetterà la professione religiosa il 26 dicembre 1677, e saranno questi per lei anni di prove interiori e di forti e straordinarie esperienze mistiche. Sr. Maria degli angeli raggiunto un elevato equilibrio interiore,riceve dalla S. Sede la dispensa per via della sua giovane età e a soli trent’anni  viene eletta Priora nel 1694.  Singolare e forse non troppo, è l’accostamento devozionale che Sr. Maria come S. Teresa di Gesù riversa verso S. Giuseppe ( come non ricordare le 11 fondazioni a lui dedicate dalla Santa).Si racconta che Torino in quegli anni fu tormentata dall’ombra della guerra, per via che la Germania, la Spagna, la Francia, e la Savoia erano in combattimento; e Sr. Maria intenta a chiedere al Signore la via per la pace, dopo lunghi anni di preghiere, il Signore le fece intendere che se Torino avesse preso S. Giuseppe come Patrono sarebbe ritornata la pace; infatti nella chiesa di S. Cristina si fece un triduo per il Santo e di lì a poco il 7 ottobre 1669 si ebbe la pace di Vigevano e da allora si è poi festeggiato in tutto lo stato sabaudo il Patrocinio di S. Giuseppe, nella terza domenica dopo Pasqua. Purtroppo nel maggio 1706 la Francia assediò fortemente Torino e si racconta che secolari e religiosi si allontanarono dalla città , ma Sr. Maria rassicurata dalle visioni della Madonna, esorta le monache alla preghiera perché per la festa di Maria Bambina, Torino avrebbe riacquistato la libertà,infatti  la vittoria c’è stata il 7 settembre 1706, e ancora si ricorda la frase ripetuta dal Valfrè : “Alla bambina vinceremo. La Bambina sarà la nostra liberazione. Ormai le grazie mistiche di Sr. Maria sono ben conosciute da tutta l’aristocrazia del tempo, e spesso le dame di Corte si uniscono in preghiera con le monache, protese più alla curiosità di vedere le sue estasi che nell’intenzione apostolica. Sr. Maria diventata oggetto di intercessione e di interesse da parte di personaggi illustri anche del clero, decise di fondare  un nuovo Carmelo che potesse accogliere le giovani che per mancanza di posto non potevano entrare in convento, così il B. Sebastiano Valfrè le fa sapere che la vedova Sapino di Moncalieri ha lasciato per testamento la sua casa perché sia adibita a monastero. Da quel momento il Signore esorta in una visione a Sr. Maria a scegliere Moncalieri e a intitolare la fondazione a S. Giuseppe.  Il 16 settembre 1703 viene inaugurato il Carmelo di Moncalieri, e partono da S. Cristina tre monache, di cui prende l’incarico di Priora la madre Maria Vittoria della SS. Annunziata,ma prende solo il titolo di vicaria perché i Savoia per accertarsi della continua presenza della Madre convincono i superiori a farla restare lì come la vera Priora del monastero. L’affetto e la credibilità morale e spirituale offerta e ricevuta dai Torinesi alla loro “Santa” ha lasciato nelle cronache del tempo un’attenta descrizione sulla sua salita al cielo, tanto che non appena si diffuse la notizia,l’intera città popolò il sagrato di S. Cristina e fra le lacrime diedero l’ultimo sguardo alla monaca Carmelitana morta il 16 dicembre 1717. Nel primo centenario della beatificazione del S. Pontefice Pio IX ( 25 aprile1865) avuta per due miracolose guarigioni da cancro per intercessione della Santa, il Card. Anastasio Ballestrero – Preposito Generale dell’Ordine scrive una lettera al Carmelo di Moncalieri definendo la beata Maria degli angeli un autentica figlia della S. Madre Teresa, capace di superare i dolori della terribile notte dello spirito in generosa preghiera con Colui che sembrava nascondersi, ma che pur si rivelava in tutto, al punto che confessava:<<Il mio buon Gesù, lo trovo dappertutto e non sono mai sazia di trattenermi con Lui >>.   
(KETTY ocds).

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