Il carmelitano che piangeva per i poveri

Oggi l'Ordine carmelitano festeggia S. Andrea Corsini, uno dei rappresentante del Carmelo precedente la riforma Teresiana. 
Fiorentino, di cui non è nota la data di nascita, il giovane Andrea, un giovane ribelle della famiglia Corsini  che "udì il soffio dello Spirito", e un irresistibile richiamo alla mistica pace del Carmelo.
A uno zio che tentava di riportarselo a casa, prospettandogli un eccellente matrimonio, rispose: "Che ne farei di questi beni, se poi non avessi la pace del cuore?". Andrea nascondeva sotto il saio un cilicio, ancora conservato, tutto irto di punte di ferro, e andava di porta in porta a chiedere l'elemosina, senza evitare quelle case in cui un tempo si recava a far baldoria con gli amici.  
Vestì l'abito carmelitano nel convento fiorentino dei frati (diciottesimo tra cinquantadue religiosi)  e, dopo l'ordinazione sacerdotale,  fu inviato a completare gli studi a Parigi. Tornò nel periodo della peste. Nel 1348 fu nominato provinciale della Provincia toscana dal capitolo generale celebrato a Metz. Intanto il vescovo di Fiesole colpito dalla peste morì e cominciò a diffondersi la voce che p. Andrea dovesse succedergli. Il frate allora cercò di sottrarsi all'incarico, di cui si reputava indegno, e si rifugiò in un lontano eremo, ma il suo nascondiglio venne scoperto da un fanciullo. padre Andrea interpretò quell'episodio come un invito all'obbedienza e accettò la nomina. Eletto vescovo di Fiesole il 13 ottobre 1349, resse la diocesi con grande carità e si distinse per lo zelo apostolico, la prudenza e l'amore verso i poveri. 
E' scritto di lui: «Non poteva pensare ai poveri senza piangere». Egli stesso, con le proprie mani, distribuiva il pane ai bisognosi. Si attirò stima e simpatia da parte di tutti. Molti, ricchi e meno ricchi, venivano a lui per ritrovare la pace dopo anni di lotte e di odi che distruggevano famiglie e città. Egli «comprimeva i germi dell'odio con amichevoli colloqui e in pubblico predicava sulla carità cristiana e sulla concordia. Accorrevano ad ascoltarlo dalle campagne e dalla stessa Firenze». Morì il 6 gennaio 1374 Fu canonizzato il 29 aprile 1629.La Chiesa lo ricorda il 6 gennaio, mentre i Carmelitani Scalzi ne fanno memoria il 9 gennaio.Le sue spoglie sono custodite nella Cappella Corsini della Basilica di Santa Maria del Carmine di Firenze.